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Siete
sicuri che tutti amino le vostre canzoni?
No,
sicuramente non le amano i fascisti ed è meglio così. Ci
piace provocare, questo è quello che vogliamo fare con tanti nostri
testi e francamente pensiamo di riuscirci. Vogliamo raccontare tutto ciò
che non ci piace, le cose che non vanno e finché ciò succederà
faremo queste canzoni. Nel momento in cui non ci sarà più
di che arrabbiarsi apriremo i concerti di Eros Ramazzotti cantando dei
fiori e dell'amore.
Cosa
sono le cose che vi fanno arrabbiare?
Cantiamo
contro la pena di morte, contro l'abbandono degli animali domestici e contro
la crudeltà verso di loro, contro i crumiri, per l'intifada, per
un consumo intelligente, contro la globalizzazione ed altro.
Solamente
por Pensar, una delle canzoni di questo nuovo disco, è dedicata
a Carlo Giuliani. Cosa pensate da spagnoli dei fatti di Genova?
E'
stata una giornata tragica. Noi non c'eravamo, avremmo voluto essere lì,
ma avevamo impegni in Francia. Quello che ci ha sconvolti è stato
il fatto che qualcuno che rivendicava dei giusti diritti sia stato ucciso.
C'è venuto così voglia di fare questo brano, un piccolo tributo
a Carlo. Purtroppo non abbiamo potuto essere nemmeno a Siviglia nei giorni
scorsi, in compenso abbiamo fatto, prima dello sciopero generale in Spagna,
un concerto a favore di un piccolo sindacato.
Musicalmente
il nuovo disco ha della aperture folk. E' vero?
Sì,
Esquirol (Crumiro) si apre con un ritmo folk del nord della Spagna, mentre
Casposos è un ritmo messicano. Entrambi si sono innestati su una
base ska, una rilettura personale dei temi più tradizionali. Musicalmente
Que Corra la Voz! è a metà strada tra lo ska di El Vals del
Obrero (Il Walzer del lavoratore) ed il punk di Planeta Eskoria ed è
più allegro rispetto a quest'ultimo.
Che
rapporto c'è tra musica e testi?
Su
una base ska sicuramente mettiamo un testo ironico, mentre sul punk le
liriche sono più arrabbiate. Per noi tuttavia non c'è una
parte predominante tra musica e parole, entrambe valgono il 50% in una
canzone, Puntiamo soprattutto al risultato finale in cui il complesso parole/musica
deve avere personalità, essere forte e colpire come una botta. Francamente
pensiamo che il risultato sia raggiunto, anche perché lavoriamo
duramente in questa direzione.
Nel
realizzare un disco pensate da subito al concerto? E cosa significa un'esibizione
sul palco per voi?
Cerchiamo,
spontaneamente, di fare il disco più semplice possibile per poterlo
riportare live con altrettanta immediatezza, conservando la stessa rabbia
ed energia in entrambe le occasioni. Per noi ovviamente l'aspetto live
è importantissimo tant'è che passiamo molto tempo in giro
a suonare per l'Europa. Infine assistere ad un concerto degli Ska ñ P significa
condividerne le idee, significa avere lo stesso modo di pensare; non è
solo andare ad un concerto, è più una partecipazione che
una presenza.
Quale
paese in Europa apprezza il vostro modo di pensare?
La
Francia, sicuramente la Francia anche se ultimamente dall'Italia stiamo
avendo buoni riscontri.
Perché
non inserite le traduzioni nelle varie lingue europee?
Non
li traduciamo così la gente impara lo spagnolo. Scherzi a parte
per mancanza di spazio e di tempo. I testi sono riportati in spagnolo,
francese ed inglese. In spagnolo perché così sono cantanti,
in francese ed inglese perché sono le due lingue più conosciute
in Europa. In questo modo riteniamo che chiunque sia in grado di capire
quello che diciamo, in particolare voi italiani non dovreste avere grosse
difficoltà.
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