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settembre 1999- Arena Parco Nord, Bologna
Scaletta
dei gruppi che hanno partecipato all'evento:
Tre allegri ragazzi
morti
Verdena
Punkreas
Lit
Hepcat
Sick of it all
Silverchair
Joe Strummer and
the Mescaleros
The Offspring
Un festival, l'Indipendent
Day, molto ben organizzato, nel quale si sono alternati senza problemi
e senza ritardi tutti i 9 gruppi previsti. Unico inconveniente la pioggia
torrenziale che ha massacrato tutti i presenti, compresi noi, che siamo
tornati in albergo con circa 10 kg di fango sparso ovunque e neanche un
cm2 di pelle asciutta. Una pioggia che è continuata a scendere instancabilmente
le ultime 3 ore e mezza del festival, senza tregua, trasformandosi alla
fine in un vero diluvio. Il pubblico
del festival è stato l'elemento migliore: 10000 e piu' fans accaniti
della musica punk e non solo, che hanno saputo accogliere tutti i gruppi
benissimo, pubblico instancabile e bagnatissimo, che ha partecipato ad
ogni pezzo gettandosi nel pogo piu' scellerato, anche nella vasta pozza
di fango liquido che si era formata dalla terza fila in poi. Lo splash-pogo
è stato il vero trionfatore della serata.
I primi ad aprire
sono stati i 3
Allegri Ragazzi Morti, in grande forma:
rispetto al concerto del Beach Bum Festival sono sembrati molto piu' rock....come
se fossero ben rodati. Il pubblico ha risposto molto bene a tutti i pezzi
proposti e non solo ad "Occhi Bassi", traccia del nuovo CD, proposta in
video da MTV e TMC2. Il che significa che il gruppo si sta costruendo un
seguito di fans vasto e serio che va oltre la semplice promozione commerciale.
Grande il pezzo, da noi preferitissimo, di "Fortunello", caratterizzato
dalla presenza di un clown sul palco (che appunto, è Fortunello).
Di seguito i Verdena,
presenti anche loro al Beach Bum Festival ma sul palco piccolo, stavolta
promossi meritatamente a quello principale. I Verdena sono molto promettenti:
non solo hanno il coraggio di fare musica ad alto livello, li abbiamo definiti
tra i primi Smashing Pumpkins e i Placebo, ma anche hanno delle ottime
idee musicali. Sono potenti e bravi a suonare. Il miglior gruppo giovane
sulla scena italiana. Al di sopra di qualsiasi band inconsistente (e quante
ce ne sono!!!) proposta insistentemente dalle tv musicali. Il pubblico
li ha accolti benissimo. Il gruppo italiano che ha raccolto maggior entusiasmo,
ma entusiasmo palpabile, sono stati i Punkreas:
pubblico in delirio!! Tutti conoscevano i loro pezzi, e tutti li cantavano.
Il pogo è stato totale e selvaggio. Nessuno escluso.GRANDI!!!!!
Dopo i Punkreas hanno iniziato a suonare i gruppi stranieri, iniziando
dai bravi Lit,
californiani di Orange County, che hanno proposto brani dal vecchio album
(i piu' conosciuti dai veterani punk rockers) e dal nuovo disco. Il loro
stile musicale è molto vicino a quello dei Lagwagon e dei Blink
182, anche se in molti pezzi l'introduzione è piu' potente. Il cantante,
vestito di rosso fiammante, sembra la versione giovanile di Joey (il cantante
dei Lagwagon) ed è, insieme al chitarrista, l'elemento principale
del gruppo. Anche qui il pubblico si è scatenato nel pogo e molti
conoscevano a memoria i testi della band. Gli Hepcat
hanno dato il cambio ai Lit sul palco. La storica ska band, che incide
per la Hellcat records, ha suonato per 45 minuti. Certo l'ambiente era
troppo punk-rock per una band storica come la loro, ma anche se non hanno
infervorato il pogo ed il crowd surfing, comunque hanno fatto ballare un
po' tutti. Tutti conoscevano poi il loro hit, il cui ritornello "Lallalllallalalalallla"
è stato cantato in coro. Finalmente, per soli 3/4 d'ora, hanno calcato
la scena i Sick
of It All, il miglior gruppo della serata
insieme a Joe Strummer & the Mescaleros. I SOIA hanno dato una pista
a tutti gli altri gruppi. Sono i migliori sulla scena Hardcore e tra i
piu' grandi dal vivo. Non hanno bisogno di bolle di sapone o scenette da
comiche anni 30 per farsi apprezzare, e neppure di Obladì Obladà
versione punk. Hanno una potenza sonora e comunicativa pazzesca! Il pogo
ed il crowd surfing sono stati violentissimi, in senso positivo è
ovvio, e la gente è impazzita. L'Hardcore non è un genere
semplice da ascoltare e tantomeno commerciale, eppure i SOIA lo rendono
vivo e commestibile. Da tanti anni sulla scena e da sempre grandi e mai
ripetitivi. Anche "Call to arms", il loro ultimo album, ha dei pezzi grandiosi,
tra cui l'omonimo, che è stato uno degli ultimi ad essere interpretato.
Alla fine, mentre noi commentavamo infervorati il bellissimo concerto,
tutti erano d'accordo: un ragazzo si è fermato, sconvolto
dal gruppo, ed in accento romagnolo ha risposto alla nostra affermazione
"Sono i migliori non hanno pari", con un "Lo puoi ben dire: sono dei dii!!!!".
Al che ci siamo spaccati dal ridere. Dei Silverchair
che dire? il pubblico era diviso. C'erano ragazzi che aspettavano la band
dopo che erano rimasti delusi (sappiamo di gente che era venuta dalla Sicilia
per vederli!) dalla cancellazione del concerto di Milano, altri che invece
si sono annoiati. Pur non essendo fans dei Silverchair, la loro performance
non c'è dispiaciuta affatto. Il cantante però se la tira
molto. Forse è solo un'impressione... Non si è fatto capire
in diverse occasioni come ad esempio quando ha detto "Datemi un alleluja!!!"
ed il pubblico "Yeeeahh!". Silverchair "Datemi un alleluja!!!" pubblico
"Yeah!!!". Silverchair "Volete darmi un fottutissimo alleluja?!?!??????"
il pubblico, che non aveva capito niente "Yeah!!!". Finalmente Joe
Strummer and The Mescaleros. Per chi ama
il punk storico e per chi ha vissuto quello del '77 è stata un emozione
unica vedere per la prima volta o rivedere dopo il lontano 1984,
nuovamente, il cantante dei mitici ed indimenticabili Clash. L'accoglienza
è
stata caldissima. Lo stesso Joe Strummer ha ringraziato alla fine del concerto
il pubblico italiano dicendo che ne aveva bisogno, visto che il giorno
prima, in Germania, avevano avuto una "bad night", probabilmene erano stati
contestati. Se le canzoni dei Mescaleros non hanno entusiasmato più
di tanto, quelle dei Clash, da Rock the Casbah a London Calling,
Bankrobber fino a I fought the law (and law won), hanno creato il panico.
Tutti (i piu' grandicelli) le cantavano e si vedeva che provocavano
emozioni forti...sarà anche che pioveva a dirotto e che il clima
era molto combat rock londinese...ma è stato suggestivo! Imperdibile.
Infine dopo 60 minuti di attesa sotto la pioggia scrosciante (certo gli
Offspring
ora hanno bisogno di un palco ultra-accessoriato per suonare) sono arrivati
loro. Pogopop è polemico con gli Offspring, perchè hanno
perso il cuore. Hanno riproposto lo stesso clichè del concerto di
Roma dello scorso febbraio. Nè piu' nè meno. Pare che questi
gruppi, come anche i Green Day, arrivati al successo, debbano irrigidire
le loro prestazioni dal vivo in schemi prefissati e ripetitivi. Nessuno
spazio alla spontaneità, neppure per dire "Ehilà ragazzi,
grazie per averci aspettato sotto la pioggia e al freddo per così
tanto tempo!". Eppure ci sono gruppi punk rock - come ad esempio i Bad
Religion - che, pur essendo passati ad una major, non si sono trasformati
solo in galline dalle uova d'oro, ma hanno mantenuto l'indipendenza nelle
scelte. E' vero che gli Offspring dal vivo non sono mai stati stratosferici
ma almeno i loro concerti, fino al '97, eramo molto piu' veri, piu' partecipati....Li
continuiamo a seguire perchè hanno dei pezzi davvero belli (Gotta
Get Away!!), trascinanti ed unici, e dal vivo certo non ci si stanca di
ascoltare "Bad habit" o "Smash" o "Gone Away" etc. etc. Le scene più
belle sono state quelle del pogo nel fango sotto la pioggia, che penso
nessuno dei partecipanti dimenticherà mai. L'unico bis che il gruppo
ha concesso è stato "Why don't you get a job", versione punkeggiante
di Obladì Obladà, che ha fatto inorridire tutti i fans della
prima ora. Credo certamente che un gruppo debba evolversi e non riproporsi
sempre uguale a se stesso (anche se I Ramones lo hanno fatto sempre, senza
mai annoiare nessuno! anzi!!!) ma questo non vuol dire svendersi.
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