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Cranes entrano in scena alle 23.30, salutati da un caloroso applauso dei
presenti, circa 300 persone. Il concerto inizia con Everywhere e prosegue
incentrandosi sul nuovo lavoro e sull'album "Future Songs". I Cranes amano
suonare a Roma e si vede. Un vecchio fan come chi scrive, tuttavia, non
può non fare il paragone con i Cranes della parentesi 1991-1993,
che riempivano la scena in misura maggiore rispetto agli attuali. Si aveva
l'impressione, all'epoca di un gruppo maggiormente amalgamato, cosa che
invece un po' manca nella nuova formazione. Tutto si incentra sui fratelli
Shaw, Jim e Alison, ma ormai da diverso tempo il polistrumentista Jim ha
deciso di suonare la chitarra, lasciando perdere la batteria, che impreziosiva
così tanto i primi pezzi. Dal punto di vista ritmico, quindi alcune
canzoni risentono della mancanza di Jim, che dava decisamente un tocco
in più. A parte questo, il concerto è godibile e scivola
via senza intoppi (a parte qualche problema di mixer che si spera il Black
Out risolva definitivamente), addirittura Alison imbraccia - come ai vecchi
tempi - il basso, e si ha il piacere di ascoltare alcuni vecchi cavalli
di battaglia. Si chiude con una domanda: "Adoration or Paris & Rome"
chiede Alison. Le richieste si sprecano, ma il pubblico chiede "both" (entrambe),
e così i Cranes suonano prima "Adoration" e poi "Paris & Rome",
che chiude il concerto, applauditissimo dal sempre fedele pubblico romano.
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